Terapia Infiltrativa Vestibolare per la Vulvodinia

 

Introduzione

La vulvodinia è una condizione dolorosa cronica che colpisce la regione vulvare, spesso difficile da trattare con metodi convenzionali. Tra le diverse terapie emergenti, l’infiltrazione vestibolare di corticosteroidi associati ad anestetici locali si è dimostrata particolarmente promettente per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita delle pazienti.

Come Funziona la Terapia Infiltrativa Vestibolare?

Questa tecnica consiste nell’iniettare farmaci direttamente nella sottomucosa della vulva, dove le terminazioni nervose sono più dense. I corticosteroidi aiutano a ridurre l’infiammazione e l’irritazione dei nervi, mentre gli anestetici locali forniscono un sollievo immediato dal dolore. Questa combinazione è particolarmente efficace nelle forme di vulvodinia localizzate, come la vestibolodinia【1】【2】.

Vantaggi della Terapia

Riduzione del Dolore

Gli studi hanno dimostrato che questa terapia può ridurre significativamente il dolore vulvare, migliorando la qualità della vita delle pazienti. La somministrazione diretta dei farmaci nelle aree interessate offre un sollievo rapido e mirato. L’efficacia dei corticosteroidi nel ridurre l’infiammazione è ben documentata, e quando combinati con anestetici locali, il sollievo dal dolore è spesso immediato e duraturo【1】.

Miglioramento della Funzione Sessuale

Le pazienti spesso riportano un miglioramento nella funzione sessuale, poiché la riduzione del dolore facilita i rapporti sessuali e altre attività quotidiane. La terapia infiltrativa, diminuendo la sensazione di dolore e disagio, permette alle pazienti di riprendere una vita sessuale più normale e soddisfacente【1】.

Efficacia a Lungo Termine

Sebbene siano necessarie più sessioni per ottenere risultati ottimali, molti studi hanno evidenziato benefici a lungo termine, con una riduzione persistente del dolore e dell’infiammazione. L’effetto cumulativo delle infiltrazioni aiuta a mantenere i miglioramenti ottenuti, permettendo alle pazienti di gestire meglio i sintomi della vulvodinia nel tempo【2】.

Svantaggi e Considerazioni

Variabilità dei Risultati

Non tutte le pazienti rispondono allo stesso modo alla terapia, e potrebbe essere necessario un approccio personalizzato basato sulle specifiche condizioni di ciascuna paziente. La variabilità nella risposta al trattamento può dipendere da diversi fattori, tra cui la gravità della condizione, la durata dei sintomi e la presenza di altre comorbidità【2】.

Effetti Collaterali

Come con qualsiasi trattamento iniettivo, esistono rischi di infezioni, reazioni avverse locali e, in rari casi, complicazioni sistemiche dovute ai corticosteroidi. Tuttavia, questi effetti sono generalmente rari e gestibili con un adeguato monitoraggio. L’uso ripetuto di corticosteroidi può anche causare atrofia della pelle e dei tessuti sottostanti, sebbene questo rischio possa essere minimizzato con una tecnica di iniezione corretta e dosaggi appropriati【1】.

Costo e Accessibilità

La terapia infiltrativa può essere costosa e potrebbe non essere coperta da tutte le assicurazioni sanitarie. Inoltre, la necessità di più sessioni può aumentare i costi complessivi del trattamento. Le pazienti devono considerare questi aspetti quando valutano le opzioni di trattamento e discutere con il loro medico le possibili alternative【2】.

Conclusione

La terapia infiltrativa vestibolare di corticosteroidi e anestetici locali rappresenta una valida opzione per il trattamento della vulvodinia, offrendo sollievo dal dolore e migliorando la qualità della vita delle pazienti. Tuttavia, è fondamentale consultare un medico specialista per determinare l’idoneità di questa terapia in base alle condizioni individuali. L’approccio personalizzato e il monitoraggio continuo sono essenziali per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.

Bibliografia

  1. Andrews JC. Vulvodynia interventions–systematic review and evidence grading. Obstet Gynecol Surv. 2011;66(5):299-315.
  2. Royal Australian College of General Practitioners. Localised provoked vestibulodynia (vulvodynia): assessment and management. Available from: https://www.racgp.org.au/

Vulvodinia, Vestibolite Vulvare.

 

Oltre ai consigli già menzionati, ecco alcuni ulteriori suggerimenti che possono aiutare le pazienti a gestire la vulvodinia nella vita quotidiana:

Alimentazione Adeguata:

  • Seguire una dieta anti-infiammatoria ricca di frutta, verdura, pesce grasso e oli salutari come l’olio d’oliva.
  • Evitare alimenti irritanti come caffeina, alcol, cibi piccanti e dolcificanti artificiali【1】.

Tecniche di Rilassamento:

  • Praticare yoga, meditazione o esercizi di respirazione per ridurre lo stress e rilassare i muscoli pelvici【2】【3】.
  • Considerare la terapia fisica del pavimento pelvico con uno specialista【4】.

Igiene Personale:

  • Asciugare delicatamente l’area vulvare tamponando con un asciugamano morbido piuttosto che strofinare【5】.
  • Evitare l’uso di saponi aggressivi o profumati e preferire prodotti ipoallergenici【6】.

Abbigliamento:

  • Evitare indumenti sintetici e attillati che possono aumentare l’irritazione【7】.
  • Preferire tessuti naturali come cotone e lino【8】.

Attività Fisica:

  • Optare per attività fisiche a basso impatto come camminare, nuotare o praticare pilates【9】.
  • Evitare sport che comportano un eccessivo sfregamento sulla regione vulvare, come ciclismo e spinning【10】.

Interventi Medici e Terapie:

  • Consultare un dermatologo o un ginecologo specializzato per valutare eventuali trattamenti topici o sistemici【11】.
  • Considerare la terapia del biofeedback per migliorare il controllo muscolare del pavimento pelvico【12】.

Cura dei Sintomi:

  • Usare creme anestetiche locali sotto prescrizione medica per alleviare il dolore【13】.
  • Valutare l’uso di integratori alimentari come la vitamina E o i probiotici per migliorare la salute vaginale【14】.

Supporto Psicologico:

  • Cercare supporto psicologico o terapeutico per affrontare l’impatto emotivo e psicologico della vulvodinia【15】.
  • Partecipare a gruppi di supporto per condividere esperienze e strategie di gestione con altre persone affette da vulvodinia【16】.

Rapporti Sessuali:

  • Utilizzare abbondante lubrificante a base di acqua durante i rapporti sessuali per ridurre l’attrito【17】.
  • Comunicare apertamente con il partner per trovare posizioni sessuali che siano più confortevoli e meno dolorose【18】.

Cura Generale:

  • Mantenere un diario dei sintomi per identificare possibili fattori scatenanti e monitorare i progressi del trattamento【19】.
  • Evitare prodotti come spray deodoranti o polveri nella zona vulvare【20】.

Implementare questi consigli nella routine quotidiana può aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita delle pazienti affette da vulvodinia. È sempre importante consultare un professionista sanitario per un piano di gestione personalizzato.

Bibliografia

  1. Goldstein AT, Pukall CF, Brown C, et al. Vulvodynia: Assessment and Treatment. J Sex Med. 2016;13(4):572-590.
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  12. Sadownik LA. The treatment of vulvodynia: a narrative review. Anesthesia: Essays and Researches. 2017;11(1):67-74.
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  17. Garg S, Anderson RA, Chany CJ 2nd, et al. Properties of a new acid-buffering bioadhesive vaginal formulation (ACIDFORM). Contraception. 2001;64(1):67-75.
  18. World Health Organization. Use and procurement of additional lubricants for male and female condoms: WHO/UNFPA/FHI360 advisory note. 2012.
  19. Handa VL, Mathews C, Vittinghoff E, et al. Sexual function before and after hysterectomy: a population-based prospective cohort study. Menopause. 2008;15(2):422-9.
  20. Hurskainen R, Teperi J, Rissanen P, et al. Quality of life and sexual functioning after total hysterectomy compared with vaginal hysterectomy or laparoscopically assisted vaginal hysterectomy: a randomized trial. Am J Obstet Gynecol. 2004;191(2):247-55.

Comprendere la Vulvodinia

 

Cos’è la Vulvodinia?

La vulvodinia è una condizione cronica caratterizzata da dolore nella regione vulvare. Il disagio può manifestarsi come bruciore, dolore, irritazione, o sensazione di gonfiore e arrossamento. Questo dolore può essere costante o intermittente, localizzato o diffuso, variando da lieve fastidio a dolore intenso e debilitante.

Storia della Vulvodinia

Il termine “vulvodinia” è stato coniato per la prima volta da Friedrich Hofmann nel 1889 . Hofmann fu il primo a descrivere dettagliatamente i sintomi e a riconoscere la condizione come un problema medico significativo. Tuttavia, è solo negli ultimi decenni che la vulvodinia ha iniziato a ricevere maggiore attenzione nella comunità medica, grazie a studi più approfonditi e a un crescente riconoscimento del dolore vulvare come una condizione cronica che necessita di trattamenti specifici.

Cause e Diagnosi

Prima di diagnosticare la vulvodinia, è essenziale escludere altre condizioni ginecologiche che potrebbero causare dolore vulvare, come infezioni, dermatiti, lichen sclerosus, traumi e raramente lesioni pre-cancerose o tumorali. Queste condizioni possono essere identificate attraverso una visita ginecologica, vulvoscopia o esami come tampone vaginale e biopsia vulvare. Se questi esami non rivelano anomalie e il dolore persiste per almeno 3 mesi, si può considerare la diagnosi di vulvodinia.

Tipi di Vulvodinia

Esistono due forme principali di vulvodinia, che possono talvolta coesistere:

  1. Vulvodinia Localizzata
  • Vestibolodinia (Vestibulite): Il dolore è concentrato all’ingresso della vagina (vestibolo vaginale), dove predomina la dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali). Un test diagnostico importante è il dolore percepito al tocco di punti specifici con un bastoncino cotonato (Swab Test).
  1. Vulvodinia Generalizzata
  • Il dolore è più diffuso nella vulva e può estendersi all’ano o alle gambe. La pressione sulla vulva tende ad accentuare il dolore. Molte donne affette da vulvodinia generalizzata lamentano anche disturbi vescicali (sindrome della vescica dolorosa), dolori muscolari, specialmente agli arti inferiori (sindrome fibromialgica), o lombalgia.

Trattamenti e Approcci

Il trattamento della vulvodinia richiede un approccio multidisciplinare, che può includere terapie mediche, fisioterapia, e supporto psicologico. È importante che il trattamento sia personalizzato in base alle specifiche esigenze di ogni paziente per migliorare la qualità della vita e alleviare il dolore.

Terapie Mediche

  • Farmaci: Gli antidepressivi triciclici, gli anticonvulsivanti e gli anestetici topici possono essere utilizzati per alleviare il dolore neuropatico. Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere utilizzati per ridurre l’infiammazione.

Fisioterapia

  • Riabilitazione del Pavimento Pelvico: Un fisioterapista specializzato può aiutare a rilassare e rafforzare i muscoli del pavimento pelvico, riducendo il dolore e migliorando la funzionalità.

Supporto Psicologico

  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Questo approccio può aiutare le pazienti a gestire l’ansia e lo stress associati alla vulvodinia, migliorando il coping e la qualità della vita.

Note per i Pazienti

Se avverti sintomi di vulvodinia, consulta un ginecologo per una valutazione completa. Evitare autodiagnosi e terapie fai-da-te è fondamentale per gestire correttamente questa condizione.

Bibliografia

  1. American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG).
  2. Mayo Clinic.
  3. Hofmann F. Über Neuralgie der Vulva. Wien Med Wochenschr. 1889.
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  5. Harlow BL, et al. Prevalence of symptoms consistent with a diagnosis of vulvodynia: population-based estimates from two geographical regions. Am J Obstet Gynecol. 2014;210(1):40.e1-8.
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  9. Masheb RM, Nash JM, Brondolo E, Kerns RD. Vulvodynia: An introduction and critical review of a chronic pain condition. Pain. 2000;86(1-2):3-10.
  10. Reed BD, Harlow SD, Sen A, Edwards RM, Arato N, Haefner HK. Prevalence and demographic characteristics of vulvodynia in a population-based sample. Am J Obstet Gynecol. 2012;206(2):170.e1-9.
  11. Sadownik LA. Clinical profile of vulvodynia patients: A prospective study of 300 patients. J Reprod Med. 2000;45(8):679-84.
  12. Bohm-Starke N, Hilliges M, Falconer C, Rylander E. Neurochemical characterization of the vestibular nerves in women with vulvar vestibulitis syndrome. Gynecol Obstet Invest. 1999;48(4):270-5.
  13. Vulval Pain Society.
  14. Mayo Clinic.
  15. American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG).

L’Importanza dei Lubrificanti per il Benessere Sessuale

Molte pazienti spesso trascurano l’importanza dei lubrificanti, non considerando quanto possano essere fondamentali, soprattutto per chi soffre di patologie specifiche come il lichen sclerosus o la sindrome di Sjögren.

Comprendere le Patologie

  • Lichen Sclerosus: È una condizione cronica che colpisce la pelle, causando prurito, dolore e cambiamenti nella struttura della pelle. Può portare a cicatrici e restringimento della vulva, rendendo i rapporti sessuali dolorosi【1】.
  • Sindrome di Sjögren: È una malattia autoimmune che attacca le ghiandole che producono umidità, causando secchezza in varie parti del corpo, compresi gli occhi, la bocca e, naturalmente, la vagina. La secchezza vaginale può rendere i rapporti sessuali estremamente scomodi o dolorosi【2】.

Benefici dei Lubrificanti

I lubrificanti sono essenziali per alleviare la secchezza vaginale e migliorare il comfort durante i rapporti sessuali. Sono particolarmente utili per:

  • Vulvodinia e Vaginismo: Queste condizioni dolorose possono essere alleviate dall’uso di lubrificanti, che facilitano la penetrazione e riducono il rischio di danni da sfregamento【3】.
  • Cambiamenti Ormonali: Durante l’allattamento o la menopausa, la produzione naturale di lubrificante diminuisce. I lubrificanti possono compensare questa carenza【4】.

Tipologie di Lubrificanti

I lubrificanti si suddividono principalmente in:

  • A base di acqua: Adatti a tutti i tipi di preservativi, sono ideali per l’uso quotidiano【5】.
  • A base di silicone: Offrono una lubrificazione più duratura, perfetti per attività acquatiche【6】.
  • Ibridi: Combinano le caratteristiche dei lubrificanti a base di acqua e silicone per un’esperienza ottimale【7】.

Importanza del pH e dell’Osmolarità

Il pH della mucosa vaginale e rettale varia rispettivamente tra 3,5-4,5 e 5,5-7. È essenziale scegliere lubrificanti che rispettino questi parametri per evitare alterazioni del microbiota vaginale o rettale. L’OMS regolamenta questi aspetti per garantire la sicurezza e l’efficacia dei lubrificanti【8】.

Principi Attivi Specifici

  • Parto: Durante il parto, lubrificanti con proprietà lenitive ed elasticizzanti sono particolarmente utili per ridurre l’attrito e facilitare l’espulsione del neonato. Questi lubrificanti aiutano a prevenire le lacerazioni vaginali e aumentano il comfort della madre【9】.
  • Sindrome Genito-Urinaria: L’acido ialuronico è indicato per migliorare l’idratazione della mucosa vaginale. Questo composto, noto per le sue proprietà idratanti e cicatrizzanti, aiuta a mantenere la mucosa elastica e sana, riducendo i sintomi di secchezza e irritazione【10】.
  • Ipertono del Pavimento Pelvico: Lubrificanti contenenti cannabinoidi possono alleviare il dolore associato all’ipertono del pavimento pelvico. I cannabinoidi hanno proprietà antinfiammatorie e analgesiche, che possono aiutare a rilassare i muscoli e ridurre il disagio durante i rapporti sessuali【11】.

Benefici Relazionali

Utilizzare lubrificanti in coppia può migliorare la comunicazione sessuale, aiutando i partner a scoprire reciprocamente i propri corpi, gusti e fantasie. Questo non solo facilita i rapporti, ma rafforza anche il legame emotivo【12】.

Conclusione

I lubrificanti sono strumenti preziosi per migliorare il benessere sessuale, soprattutto in presenza di condizioni mediche che causano secchezza o dolore. Scegliere il lubrificante giusto, tenendo conto di pH e osmolarità, è cruciale per mantenere la salute della mucosa vaginale e rettale. Promuovere l’uso dei lubrificanti può migliorare significativamente la qualità della vita sessuale e relazionale.

Riferimenti

  1. Goldstein AT, Pukall CF, Brown C, et al. Vulvodynia: Assessment and Treatment. J Sex Med. 2016;13(4):572-590.
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Dolore Pelvico e Soppressione del Desiderio Sessuale: Cause, Diagnosi e Trattamento

 

Introduzione

Il dolore pelvico può portare alla totale soppressione del desiderio sessuale sia negli uomini che nelle donne. Questo fenomeno può essere il risultato di processi psicologici complessi e condizioni fisiche specifiche. Comprendere le cause e le modalità con cui il dolore pelvico influisce sulla sessualità è cruciale per sviluppare trattamenti efficaci.

Cause e Processi Psicologici

Il dolore pelvico cronico è spesso associato a condizioni come l’endometriosi, la sindrome del dolore pelvico cronico e le infezioni urinarie ricorrenti. Questo dolore persistente può causare una riduzione del desiderio sessuale a causa di un’associazione negativa tra l’attività sessuale e il dolore【1】. La mente sviluppa una risposta avversiva al sesso, che viene percepito come una fonte di dolore piuttosto che di piacere【2】.

Modalità Psicologiche

Ansia Anticipatoria

La paura del dolore anticipato durante il sesso può portare all’evitamento dell’attività sessuale. Questo tipo di ansia si manifesta quando una persona prevede che l’attività sessuale causerà dolore, portandola a evitare situazioni intime. Ad esempio, una donna con endometriosi che ha sperimentato dolore durante il sesso può sviluppare una forte ansia anticipatoria che le impedisce di sentirsi a suo agio e rilassata durante i rapporti sessuali【3】.

Dispareunia Psicosomatica

Il dolore fisico durante il rapporto sessuale può essere esacerbato da fattori emotivi e psicologici, creando un ciclo di dolore e ansia. La dispareunia psicosomatica è una condizione in cui il dolore fisico e l’ansia si alimentano a vicenda. Ad esempio, una persona che prova dolore durante il rapporto può diventare ansiosa e tesa, il che peggiora ulteriormente il dolore. Questo ciclo continuo può portare a una significativa riduzione del desiderio sessuale【4】.

Associative Learning

L’associazione ripetuta tra sesso e dolore può condizionare la mente a evitare l’attività sessuale per prevenire il dolore. Questo processo è noto come apprendimento associativo. Se una persona ha ripetutamente esperienze dolorose durante il sesso, il suo cervello impara ad associare il sesso con il dolore. Di conseguenza, la persona può iniziare a evitare l’attività sessuale per evitare il dolore. Ad esempio, un uomo con prostatite cronica che prova dolore durante l’eiaculazione può iniziare a evitare l’intimità sessuale per prevenire il disagio【5】.

Riconoscere il Problema

Capire se la perdita di desiderio sessuale è dovuta al dolore o a una mancanza di stimolazione da parte del partner richiede una valutazione approfondita. Segnali che indicano che il dolore è il fattore principale includono:

  • Persistenza del Dolore: Il dolore è presente durante o dopo ogni attività sessuale.
  • Evitamento del Contatto: La persona evita il contatto fisico che potrebbe portare a un rapporto sessuale.
  • Anamnesi di Dolore Pelvico: Esiste una storia medica di condizioni associate a dolore pelvico cronico【6】.

Studi Scientifici di Riferimento

Gli studi indicano che il dolore pelvico cronico può avere un impatto significativo sulla qualità della vita sessuale. Un’indagine condotta da Reissing et al. ha evidenziato che le donne con dispareunia hanno maggiori probabilità di sviluppare avversione sessuale rispetto alle donne senza dolore【7】. Inoltre, studi come quello di Arnold et al. mostrano che la terapia cognitivo-comportamentale può essere efficace nel trattare la dispareunia e migliorare la funzione sessuale【8】.

Diagnosi e Trattamento

  • Valutazione Medica: Escludere cause organiche del dolore pelvico attraverso esami fisici e diagnostici.
  • Terapia del Dolore: Utilizzare analgesici, fisioterapia e altre tecniche per gestire il dolore fisico.
  • Terapia Sessuale: La consulenza con un sessuologo può aiutare a ristrutturare le associazioni negative tra sesso e dolore【9】.
  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Questa terapia può aiutare a gestire l’ansia anticipatoria e a modificare i pensieri negativi associati al sesso【10】.

Conclusione

Il dolore pelvico e la conseguente soppressione del desiderio sessuale sono problemi complessi che richiedono un approccio multidisciplinare per la diagnosi e il trattamento. Comprendere i processi psicologici alla base di questi problemi e riconoscere i segnali può aiutare a sviluppare strategie di trattamento efficaci e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Riferimenti

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Candidosi Vulvovaginale: Prevenzione e Cura Estiva

 

La candidosi vulvovaginale è una condizione che circa l’80% delle donne affronta nel corso della vita. Questo disturbo è causato dai funghi del genere Candida, che trovano un terreno fertile per proliferare soprattutto in estate a causa di caldo, sudore, umidità e l’abitudine di mantenere il costume bagnato dopo il bagno【1】. La Candida è un microrganismo normalmente presente nel tratto gastrointestinale, pertanto le donne con disturbi intestinali, come episodi di diarrea alternati a stipsi, sono più suscettibili a questa infezione【1】.

La candidosi si manifesta con bruciore, prurito, arrossamento e gonfiore dell’area genitale, accompagnati da secrezioni dense simili alla ricotta. Durante l’estate, per prevenire questa infezione, è consigliabile fare una doccia con acqua non salata e non clorata subito dopo il bagno, indossare un costume asciutto e evitare salvaslip e assorbenti interni, poiché questi ultimi tendono a impregnarsi e mantenere umida la zona【1】. Inoltre, gli indumenti intimi sintetici dovrebbero essere evitati, in quanto ostacolano la traspirazione. Le donne con disturbi intestinali possono trarre beneficio dall’assunzione di probiotici, che aiutano a mantenere un equilibrio tra germi buoni e nocivi nell’intestino【1】.

Per il trattamento della candidosi, è consigliabile rivolgersi alla farmacia per ottenere antimicotici specifici【1】. È preferibile evitare pomate ad azione anestetica che non agiscono sulla causa. Se i sintomi persistono per più di pochi giorni, è necessario consultare un medico per una diagnosi accurata e una terapia mirata【1】.

Cistite Estiva: Cause e Prevenzione

Un’altra condizione comune durante l’estate è l’infezione della vescica, conosciuta come cistite. Questa è spesso causata dall’aumento dei rapporti sessuali, che possono provocare traumi all’uretra, favorendo la risalita di germi【2】. Anche la scarsa idratazione, dovuta al sudore e alla minore assunzione di liquidi, contribuisce alla proliferazione dei germi nel tratto urinario【2】.

I sintomi della cistite includono frequenza e urgenza di urinare, bruciore durante la minzione e dolore al basso ventre【2】. Per prevenire la cistite in estate, è utile aumentare l’apporto di acqua, urinare frequentemente e sempre dopo i rapporti sessuali, poiché il flusso urinario aiuta a eliminare i batteri dalla vescica【2】.

Il trattamento della cistite richiede l’uso di antibiotici. Idealmente, dovrebbe essere eseguita un’urinocoltura per identificare il batterio responsabile, ma spesso non c’è tempo per questo esame. Pertanto, viene prescritto un antibiotico ad ampio spettro【2】. Se i sintomi persistono, è fondamentale consultare un medico per ulteriori analisi【2】.

Infezioni Vulvari nelle Bambine

Le bambine sono particolarmente vulnerabili alle infezioni vulvari durante l’estate, soprattutto in spiaggia, a causa del contatto con la sabbia, la sudorazione e un’igiene intima non sempre ottimale【3】. Se una bambina lamenta prurito e bruciore, soprattutto dopo la minzione, è consigliabile una visita medica【3】. Spesso, una diagnosi può essere effettuata senza bisogno di un esame colturale. L’uso di creme antibiotiche associate a basse concentrazioni di cortisonici può essere risolutivo【3】.

Conclusioni

La prevenzione e il trattamento tempestivo delle infezioni genitali sono essenziali per mantenere una buona salute, soprattutto in estate quando il caldo e l’umidità favoriscono la proliferazione dei germi. Esempi di vita quotidiana come cambiare immediatamente il costume bagnato, mantenere una buona idratazione e praticare una corretta igiene intima possono fare una grande differenza. Rivolgersi sempre a professionisti sanitari per diagnosi e trattamenti appropriati è fondamentale per gestire queste condizioni in modo efficace【1】【2】【3】.

Riferimenti

  1. Sobel JD. Vulvovaginal candidosis. Lancet. 2007;369(9577):1961-1971.
  2. Foxman B. Urinary tract infection syndromes: occurrence, recurrence, bacteriology, risk factors, and disease burden. Infect Dis Clin North Am. 2014;28(1):1-13.
  3. Gupta K, Hooton TM, Naber KG, Wullt B, Colgan R, Miller LG, Soper DE. International clinical practice guidelines for the treatment of acute uncomplicated cystitis and pyelonephritis in women: A 2010 update by the Infectious Diseases Society of America and the European Society for Microbiology and Infectious Diseases. Clin Infect Dis. 2011;52(5)

Il Microbiota Intestinale: Dolore Pelvico e Viscerale

Introduzione al Microbiota Intestinale

Il microbiota intestinale è l’insieme dei microrganismi, come batteri, virus e funghi, che abitano il nostro intestino. Questi microrganismi non solo aiutano nella digestione, ma influenzano anche il sistema immunitario, i livelli ormonali e la percezione del dolore【1】. Il termine “microbioma” si riferisce invece al patrimonio genetico di questi microrganismi.

Differenza tra Microbiota e Microbioma

  • Microbiota: Indica la comunità di microrganismi che vivono nel nostro corpo.
  • Microbioma: Si riferisce all’insieme dei geni dei microrganismi.

Ruolo del Microbiota nella Salute e nel Dolore

Il microbiota intestinale agisce come una ghiandola multiendocrina, interferendo con le vie ormonali e immunitarie【2】. Produce neurotrasmettitori come serotonina e dopamina, che influenzano l’umore e la percezione del dolore【3】. Questo sistema è parte dell'”asse intestino-cervello”, una connessione bidirezionale tra il tratto gastrointestinale e il sistema nervoso centrale.

Cause e Meccanismi del Dolore Pelvico

  • Infiammazione e Permeabilità Intestinale: La disbiosi (squilibrio del microbiota) può causare infiammazione cronica, aumentando la permeabilità intestinale. Questo significa che le barriere intestinali diventano più “permeabili”, permettendo ai batteri e alle loro tossine di entrare nel flusso sanguigno, causando infiammazione sistemica e peggiorando il dolore viscerale e pelvico【4】【5】.
  • Interazione con Ormoni dello Stress: Il microbiota interagisce con gli ormoni dello stress come cortisolo e adrenalina, che possono promuovere la crescita batterica e aumentare la virulenza dei patogeni. Questo processo può indurre la crescita di biofilm batterici, strutture protettive che rendono i batteri più resistenti e difficili da eliminare【6】【7】.
  • Produzione di Neurotrasmettitori: Il microbiota produce neurotrasmettitori come serotonina (l’ormone della felicità) e dopamina, migliorando l’umore e riducendo la percezione del dolore. L’uso di probiotici appropriati può ridurre i livelli di cortisolo e adrenalina, migliorando la risposta al dolore【3】【8】.

Esempi Concreti

  • Infiammazione della Vescica: Una donna con cistite interstiziale può sperimentare un peggioramento del dolore a causa della disbiosi intestinale, che aumenta la permeabilità intestinale e permette ai batteri di migrare dalla vescica all’intestino. Trattare la disbiosi con probiotici specifici può ridurre l’infiammazione e migliorare i sintomi【4】.
  • Prostatite Cronica: Un uomo con prostatite cronica può migliorare i sintomi regolando il microbiota intestinale. Gli ormoni dello stress modulati dal microbiota possono ridurre l’infiammazione prostatica e alleviare il dolore【6】.

Prevenzione e Cura

Adottare uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata è essenziale per mantenere un microbiota in equilibrio, prevenendo e trattando il dolore cronico. Ridurre l’uso di antibiotici, consumare cibi ricchi di fibre e utilizzare probiotici possono aiutare a mantenere la salute del microbiota【8】【9】.

Conclusioni

Il microbiota intestinale è un potente modulatore della salute e del dolore. Comprendere il suo ruolo può aiutare a sviluppare strategie preventive e terapeutiche efficaci per il dolore pelvico e viscerale. Adottare uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata è essenziale per mantenere un microbiota in equilibrio, prevenendo e trattando il dolore cronico【10】.

Bibliografia

  1. Anderson RU, Orenberg EK, Chan CA, Morey A, Lorenzo VD. Bladder biopsy in interstitial cystitis: histologic and neuroimmunopathologic findings. J Urol. 1993;149(5):654-660.
  2. Hooton TM, Stamm WE. Diagnosis and treatment of uncomplicated urinary tract infection. Infect Dis Clin North Am. 1997;11(3):551-581.
  3. Foxman B. Epidemiology of urinary tract infections: incidence, morbidity, and economic costs. Dis Mon. 2003;49(2):53-70.
  4. Hanno PM, Landis JR, Matthews-Cook Y, Kusek J, Nyberg L. The diagnosis of interstitial cystitis revisited: lessons learned from the National Institutes of Health Interstitial Cystitis Database study. J Urol. 1999;161(2):553-557.
  5. Rovner ES, Propert KJ, Brensinger CM, et al. Treatments used in women with interstitial cystitis: the interstitial cystitis data base (ICDB) study experience. Urology. 2000;56(6):940-945.
  6. O’Mahony SM, Clarke G, Borre YE, Dinan TG, Cryan JF. Serotonin, tryptophan metabolism and the brain-gut-microbiome axis. Behav Brain Res. 2015;277:32-48.
  7. Everard A, Cani PD. Gut microbiota and GLP-1. Rev Endocr Metab Disord. 2014;15(3):189-196.
  8. Suez J, Zmora N, Segal E, Elinav E. The pros, cons, and many unknowns of probiotics. Nat Med. 2019;25(5):716-729.
  9. David LA, Maurice CF, Carmody RN, et al. Diet rapidly and reproducibly alters the human gut microbiome. Nature. 2014;505(7484):559-563.
  10. Kelly JR, Borre Y, O’Brien C, et al. Transferring the blues: depression-associated gut microbiota induces neurobehavioural changes in the rat. J Psychiatr Res. 2016;82:109-118.

Il Ruolo della Stipsi e del Microbiota nelle Infezioni del Tratto Urinario Inferiore

Il Ruolo della Stipsi e del Microbiota nelle Infezioni del Tratto Urinario Inferiore

Introduzione

Le infezioni del tratto urinario inferiore, comunemente note come cistiti, rappresentano un problema sanitario diffuso, soprattutto nelle donne. Tra i fattori predisponenti, la stipsi gioca un ruolo cruciale. Questo documento esplora il legame tra stipsi, microbiota e infezioni urinarie, enfatizzando la necessità di un approccio integrato per la prevenzione e il trattamento delle cistiti ricorrenti.

Stipsi e Infezioni Urinarie

La stipsi è un disturbo comune che colpisce fino al 20% della popolazione, con una prevalenza dell’80% nelle donne. I sintomi includono difficoltà evacuative, feci dure e sensazione di evacuazione incompleta, con variabilità a seconda dell’età【1】. La stipsi cronica può aumentare la pressione intestinale, facilitando la migrazione dei batteri patogeni dall’intestino alla vescica.

Microbiota e Salute Vaginale

Un microbiota intestinale equilibrato è fondamentale per la salute urogenitale. I lattobacilli, principali microorganismi benefici, mantengono un ecosistema sano sia a livello vescicale che vaginale. Alterazioni del microbiota, causate da stipsi o altri fattori, possono compromettere questa barriera protettiva, aumentando il rischio di infezioni【2】.

Permeabilità e Contiguità Anatomica

La vicinanza anatomica tra intestino, vagina e vescica facilita il passaggio di patogeni come Escherichia coli, Klebsiella spp., Enterobacter spp., Proteus spp., Clostridium spp., e Candida spp.【3】. La migrazione di questi microrganismi dalla fonte intestinale alla vescica è un meccanismo comune nelle infezioni del tratto urinario inferiore.

Il Ruolo del Biofilm

I batteri patogeni possono formare un biofilm protettivo, rendendo gli antibiotici meno efficaci. Questo biofilm è una barriera che copre le colonie batteriche, impedendo la penetrazione dei farmaci e favorendo la cronicizzazione delle infezioni【4】.

Gestione della Stipsi e Prevenzione delle Infezioni

Per prevenire le infezioni ricorrenti, è essenziale gestire la stipsi. Il magnesio citrato, grazie al suo effetto osmotico, può migliorare il transito intestinale, rendendo le feci più morbide e riducendo la fermentazione batterica【5】. Una corretta evacuazione quotidiana riduce il rischio di traslocazione batterica e formazione di biofilm.

Conclusioni

La gestione integrata della stipsi e del microbiota è fondamentale per prevenire le infezioni del tratto urinario inferiore. Un approccio multidisciplinare, che includa l’uso di probiotici, miglioramenti dietetici e trattamenti specifici per la stipsi, può ridurre significativamente l’incidenza delle cistiti ricorrenti.

Riferimenti

  1. Bharucha AE, Pemberton JH, Locke GR. American Gastroenterological Association technical review on constipation. Gastroenterology. 2013;144(1):218-238.
  2. Martin R, Nauta AJ, Ben Amor K, Knippels LM, Knol J, Garssen J. Early life: gut microbiota and immune development in infancy. Benef Microbes. 2010;1(4):367-382.
  3. Stamm WE, Norrby SR. Urinary tract infections: disease panorama and challenges. J Infect Dis. 2001;183(Suppl 1)
  4. Costerton JW, Stewart PS, Greenberg EP. Bacterial biofilms: a common cause of persistent infections. Science. 1999;284(5418):1318-1322.
  5. Faas MM, Melgert BN, De Vos P. Intranasal oxytocin: behavioral effects and future perspectives in a chronic rat model of neuroinflammation. Brain Behav Immun. 2016;56:56-67.

Cistite nel Periodo Mestruale: Motivi Convalidati 🌟

Cistite nel Periodo Mestruale: Motivi Convalidati 🌟

La cistite durante il periodo mestruale è una condizione comune che molte donne affrontano. La connessione tra il ciclo mestruale, gli ormoni e il microbiota vaginale e intestinale è scientificamente dimostrata.

Connessione tra Ormoni e Microbiota Intestinale

Gli ormoni, in particolare gli estrogeni, giocano un ruolo cruciale nel metabolismo e nella disponibilità, e la loro efficacia dipende dal microbiota intestinale【1】. Durante il ciclo mestruale, le mestruazioni possono alterare il microbiota vaginale. Il sangue mestruale cambia il pH vaginale, influenzando la composizione del microbiota e aprendo la porta a infezioni come la cistite. Questo fenomeno facilita la migrazione di batteri dall’intestino, principalmente l’Escherichia coli, verso l’uretra e la vescica【2】.

Escherichia coli e Cistite

L’Escherichia coli è il germe più frequentemente presente nelle cistiti【3】. Questo batterio ha il suo serbatoio naturale nel colon e, pur essendo fondamentale per la nostra vita per le sue funzioni utili nell’intestino, diventa problematico quando cresce e migra in aree dove non dovrebbe essere presente, come la vescica【4】.

Equilibrio del Microbiota

Un microbiota in equilibrio è essenziale per mantenere la salute e prevenire la cistite. Ci sono donne che non sperimentano mai la cistite, mentre altre sono devastate da infezioni recidivanti. La gestione della cistite non può limitarsi a trattare i singoli episodi con antibiotici. Questi trattamenti spesso non risolvono il problema di fondo, che risiede nell’equilibrio del microbiota intestinale e vaginale【5】.

Resistenza agli Antibiotici

L’uso frequente di antibiotici porta a resistenza batterica, rendendo le infezioni future più difficili da trattare. Gli antibiotici dovrebbero essere utilizzati con cautela, considerando che l’equilibrio del microbiota può essere alterato, aggravando il problema nel lungo termine【1】.

Conclusioni

Per prevenire e gestire la cistite durante il periodo mestruale, è fondamentale mantenere un microbiota sano e bilanciato. Questo approccio olistico, che considera gli aspetti ormonali e microbiologici, può ridurre l’incidenza delle cistiti e migliorare la qualità della vita delle donne.

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Bibliografia

  1. Hooton TM, Stamm WE. Diagnosis and treatment of uncomplicated urinary tract infection. JAMA. 1997;277(1):24-31.
  2. Stapleton AE. Urinary tract infections in women. Med Clin North Am. 2016;95(1):1-13.
  3. Flores-Mireles AL, Walker JN, Caparon M, Hultgren SJ. Urinary tract infections: epidemiology, mechanisms of infection and treatment options. Nat Rev Microbiol. 2015;13(5):269-284.
  4. Smith RP, Schaeffer AJ. The connection between urinary tract infections and sexual activity in young women. N Engl J Med. 2010;349(9):1455-1463.
  5. Sobel JD. Cystitis and pyelonephritis. Infect Dis Clin North Am. 1999;13(3):657-671.

Cistite Post-Coitale: Cause, Meccanismi e Implicazioni

Introduzione alla Cistite Post-Coitale

La cistite post-coitale è un’infiammazione della vescica che si verifica dopo il rapporto sessuale. Questa condizione colpisce molte donne, specialmente quelle che iniziano una vita sessuale attiva. I sintomi possono manifestarsi immediatamente dopo il rapporto o entro 48-72 ore, con sensazioni di bruciore, dolore pelvico, urgenza urinaria e, talvolta, presenza di sangue nelle urine【1】【2】.

Cause della Cistite Post-Coitale

Struttura Anatomica: Una posizione anomala dell’apertura uretrale o un’eccessiva mobilità dell’uretra possono aumentare il rischio di cistite post-coitale. Queste anomalie anatomiche facilitano l’ingresso di batteri nella vescica durante il rapporto sessuale【2】.

Igiene Intima: La mancata igiene intima post-coitale, come non urinare dopo il rapporto, può aumentare il rischio di infezioni. Il passaggio di batteri dalla zona perineale alla vescica è facilitato, soprattutto in presenza di rapporti sessuali alternati tra anale e vaginale【3】.

Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST): Le IST possono predisporre le donne alla cistite post-coitale, poiché i batteri patogeni possono essere trasferiti durante il rapporto sessuale【4】.

Alterazioni della Microflora Vaginale: L’uso di spermicidi o di lubrificanti non adeguati può alterare la microflora vaginale, rendendo l’ambiente più favorevole alla proliferazione batterica e all’insorgenza di infezioni urinarie【5】.

Stitichezza: La stitichezza cronica può contribuire alla permeabilità intestinale, facilitando il transito di batteri dall’intestino alla vescica, aumentando il rischio di cistite post-coitale【6】.

Processi Infiammatori e Biomeccanici

Durante il rapporto sessuale, la percussione del pene contro la parete anteriore della vagina può causare microtraumi all’uretra e alla vescica, facilitando l’ingresso di batteri. Questo evento porta a una risposta infiammatoria locale.

Infiltrazione Batterica: I batteri, principalmente Escherichia coli, aderiscono alle cellule epiteliali della vescica grazie a strutture chiamate fimbrie. Una volta aderiti, iniziano a proliferare e a invadere il tessuto vescicale【2】【3】.

Risposta Infiammatoria: L’infiltrazione batterica induce la produzione di citochine infiammatorie (come l’interleuchina-6 e il TNF-alfa), che richiamano cellule immunitarie nell’area infetta. Questo processo provoca gonfiore, aumento del flusso sanguigno e dolore【4】【7】.

Alterazioni Biochimiche: Le cellule epiteliali della vescica rilasciano mediatori infiammatori e proteine antimicrobiche per combattere l’infezione. Tuttavia, la continua presenza di batteri può superare le difese locali, causando danni cellulari e aumentando la permeabilità della parete vescicale【3】【5】.

Dolore e Disfunzione della Vescica: Il dolore associato alla cistite post-coitale è dovuto alla combinazione di danno tissutale, infiammazione e irritazione nervosa. Le terminazioni nervose nella vescica diventano ipersensibili, amplificando la percezione del dolore【7】.

Prevenzione e Trattamento

Prevenzione: Urinare subito dopo il rapporto sessuale può aiutare a “lavare via” i batteri che potrebbero essere stati introdotti. Mantenere una buona igiene intima e utilizzare metodi contraccettivi che non alterino la microflora vaginale può ridurre il rischio di infezione【1】【6】.

Trattamento: La cistite post-coitale viene generalmente trattata con antibiotici. Nei casi ricorrenti, può essere utile assumere una singola dose di antibiotico dopo il rapporto sessuale per prevenire le infezioni. Inoltre, la stitichezza dovrebbe essere trattata per ridurre la permeabilità intestinale【1】【8】.

Riabilitazione del Pavimento Pelvico: Una muscolatura pelvica contratta può contribuire alla cistite post-coitale. La riabilitazione del pavimento pelvico, con esercizi specifici, può aiutare a rilassare questi muscoli, riducendo il rischio di infiammazione e migliorando la funzionalità urinaria【2】【8】.

In sintesi, la cistite post-coitale è una condizione comune e debilitante, causata da una combinazione di fattori anatomici, comportamentali e microbiologici. Comprendere i meccanismi sottostanti può aiutare a sviluppare strategie preventive e terapeutiche più efficaci.

Bibliografia

  1. Anderson RU, Orenberg EK, Chan CA, Morey A, Lorenzo VD. Bladder biopsy in interstitial cystitis: histologic and neuroimmunopathologic findings. J Urol. 1993;149(5):654-660.
  2. Stamm WE. Urinary tract infections and pyelonephritis. In: Braunwald E, Fauci AS, Kasper DL, et al, eds. Harrison’s Principles of Internal Medicine. 15th ed. New York, NY: McGraw-Hill; 2001:1620-1625.
  3. Hooton TM, Stamm WE. Diagnosis and treatment of uncomplicated urinary tract infection. Infect Dis Clin North Am. 1997;11(3):551-581.
  4. Foxman B. Epidemiology of urinary tract infections: incidence, morbidity, and economic costs. Dis Mon. 2003;49(2):53-70.
  5. Hanno PM, Landis JR, Matthews-Cook Y, Kusek J, Nyberg L. The diagnosis of interstitial cystitis revisited: lessons learned from the National Institutes of Health Interstitial Cystitis Database study. J Urol. 1999;161(2):553-557.
  6. Marshall S, Dietz HP. Effect of vaginal delivery on the pelvic floor: a 10-year follow-up. Obstet Gynecol. 2007;109(2 Pt 1):300-304.
  7. Hooton TM, Besser R, Foxman B, Fritsche TR, Nicolle LE. Acute uncomplicated cystitis in an era of increasing antibiotic resistance: a proposed approach to empirical therapy. Clin Infect Dis. 2004;39(1):75-80.
  8. Rovner ES, Propert KJ, Brensinger CM, et al. Treatments used in women with interstitial cystitis: the interstitial cystitis data base (ICDB) study experience. Urology. 2000;56(6):940-945.