Adenomiosi Uterina

L’adenomiosi è una condizione sensibile agli estrogeni che colpisce le donne in età fertile. Essa è caratterizzata dalla presenza di endometrio all’interno della parete muscolare dell’utero (miometrio), provocando una reazione infiammatoria cronica che porta all’ispessimento della parete uterina. Questo ispessimento può essere localizzato e nodulare (adenomioma) o può interessare ampie aree della parete uterina, spesso nella regione posteriore, dando luogo all’adenomiosi diffusa [1].

Si stima che forme lievi di adenomiosi colpiscano circa il 20% delle donne oltre i quarant’anni [2]. Recentemente, sono stati stabiliti criteri standardizzati per la diagnosi non chirurgica dell’adenomiosi tramite ecografia trans-vaginale e risonanza magnetica della pelvi (RMN), entrambi metodi con affidabilità equivalente [3].

Sintomi e Segni

L’adenomiosi può manifestarsi con una varietà di sintomi e segni, tra cui:

  • Dismenorrea: mestruazioni dolorose [4].
  • Menorragia: aumento della quantità del flusso mestruale [5].
  • Dolore pelvico cronico: dolore persistente nella regione pelvica [6].
  • Dispaneuria: dolore durante i rapporti sessuali [7].
  • Senso di pressione: sensazione di pressione o pesantezza nella zona pelvica [8].
  • Sangue mestruale irregolare: ciclo mestruale irregolare e sanguinamento intermestruale [9].

Correlazione con Dolore Pelvico

Il dolore pelvico cronico è uno dei sintomi più comuni e debilitanti associati all’adenomiosi. Studi clinici hanno dimostrato una correlazione significativa tra adenomiosi e dolore pelvico. Questo dolore è spesso descritto come continuo e può peggiorare durante le mestruazioni. Si ritiene che il dolore sia causato dall’infiammazione cronica e dall’irritazione dei nervi nella parete uterina ispessita [10]. La presenza di noduli e lesioni nell’utero può contribuire ulteriormente al dolore, rendendo la condizione particolarmente difficile da gestire per molte donne [11].

Accertamenti Diagnostici

Per diagnosticare l’adenomiosi, si possono utilizzare diversi metodi:

  • Ecografia trans-vaginale: una tecnica di imaging che utilizza onde sonore per creare immagini dell’utero e può rilevare ispessimenti nella parete uterina [3].
  • Risonanza magnetica della pelvi (RMN): un esame di imaging più dettagliato che può identificare con maggiore precisione la presenza di adenomiosi e la sua estensione [3].
  • Esame pelvico: un esame fisico condotto da un medico per rilevare eventuali anomalie nella dimensione e forma dell’utero [12].
  • Biopsia endometriale: un campionamento del tessuto endometriale per escludere altre condizioni [13].

Cause Principali

Le cause dell’adenomiosi non sono completamente comprese, ma ci sono diversi fattori che possono contribuire al suo sviluppo:

  • Squilibri ormonali: gli estrogeni sono noti per influenzare la crescita del tessuto endometriale [14].
  • Interventi chirurgici uterini: precedenti interventi come cesarei o altre chirurgie uterine possono aumentare il rischio di adenomiosi [15].
  • Età: l’incidenza di adenomiosi aumenta con l’età, particolarmente nelle donne di età superiore ai 40 anni [2].
  • Fattori genetici: una predisposizione genetica può svolgere un ruolo nel suo sviluppo [16].

Bibliografia

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Ureaplasma: Cos’è, Trasmissione, Sintomi, Diagnosi e Trattamento.

Che cos’è l’ureaplasma

L’ureaplasma è un microrganismo appartenente alla famiglia dei micoplasmi. Esistono due specie principali: Ureaplasma urealyticum e Ureaplasma parvum. Caratterizzato da dimensioni estremamente ridotte e dall’assenza di una parete cellulare, l’ureaplasma si trova prevalentemente nei sistemi genito-urinari maschile e femminile. Utilizza l’urea come fonte di energia per crescere e replicarsi, motivo per cui colonizza aree come la cervice, la mucosa vaginale, l’endometrio, il liquido amniotico e la placenta nelle donne, e l’uretra e il liquido seminale negli uomini [1].

Trasmissione dell’infezione da ureaplasma

L’infezione da ureaplasma si trasmette attraverso rapporti sessuali vaginali, orali o anali non protetti, oltre che verticalmente dalla madre al feto durante la gravidanza o il parto [2]. È comune nelle donne sessualmente attive, ma può essere presente anche in quelle che non hanno mai avuto rapporti sessuali [3]. Tra le due specie, Ureaplasma urealyticum è più frequentemente associata a sintomi e trasmissione sessuale, mentre Ureaplasma parvum tende a comportarsi come un commensale [4].

Sintomi di infezione da ureaplasma

Quando l’ureaplasma vive in equilibrio con gli altri batteri del corpo, non provoca sintomi. Tuttavia, un aumento eccessivo della popolazione batterica può causare:

  • Dolore, secrezione e prurito nella zona genitale [5].
  • Dolore o bruciore durante la minzione [6].
  • Difficoltà a urinare [7].
  • Urine torbide, sanguinolente e/o maleodoranti [8].
  • Urgenza di urinare [9].
  • Secrezioni genito-uretrali insolite e/o maleodoranti [10].
  • Dolore pelvico o addominale [11].
  • Dolore nella parte bassa della schiena [12].
  • Febbre [13].
  • Dolore durante e dopo i rapporti sessuali per le donne [14].

Diagnosi di infezione da ureaplasma

La diagnosi di infezione da ureaplasma è complessa a causa delle sue piccole dimensioni e dell’assenza di parete cellulare. Può essere isolato tramite tampone, esame del sangue o biopsia da vari fluidi e tessuti corporei [15]. Poiché l’ureaplasma è suscettibile all’essiccamento e ai cambiamenti di temperatura, è essenziale una raccolta e un trattamento accurati dei campioni. Un metodo diagnostico rapido e sensibile è la Polymerase Chain Reaction (PCR) [16].

Trattamento dell’infezione da ureaplasma

Il trattamento si basa sulla terapia antibiotica. Le tetracicline sono di prima linea, ma molti ceppi sono resistenti. Altre opzioni includono azitromicina, doxiciclina, eritromicina e fluorochinoloni. Le donne con rottura prematura delle membrane possono essere trattate con macrolidi [17]. È essenziale astenersi dall’attività sessuale durante il trattamento e trattare anche il partner [18].

Complicanze dell’infezione da ureaplasma

Le possibili complicanze includono:

  • Infertilità maschile e femminile [19].
  • Calcoli renali [20].
  • Uretrite [21].
  • Infezioni del tratto urinario [22].
  • Vaginosi batterica [23].
  • Prostatite [24].
  • Epididimite [25].
  • Endometrite post-parto [26].
  • Vaginite [27].
  • Malattia infiammatoria pelvica [28].
  • Corioamnionite con o senza funisite [29].
  • Cervicite [30].

Nei pazienti immunocompromessi, l’infezione può estendersi a polmoni, ossa, articolazioni, vie urinarie e reni [31].

Prevenzione

Per prevenire l’infezione da ureaplasma, è importante:

  • Mantenere una corretta igiene intima [32].
  • Evitare detergenti intimi profumati [33].
  • Non indossare biancheria sintetica e pantaloni troppo stretti [34].
  • Praticare sesso protetto [35].
  • Utilizzare giocattoli sessuali puliti [36].
  • Evitare rapporti sessuali se uno dei partner è stato trattato per ureaplasma da meno di 7 giorni [37].

Bibliografia

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Cistocele e Rettocele: Definizioni, Sintomi e Trattamenti

Cistocele

Un cistocele, noto anche come prolasso della vescica, si verifica quando la parete tra la vescica e la vagina si indebolisce, permettendo alla vescica di sporgere nella vagina. Questa condizione può essere causata da diversi fattori:

  • Sforzi Fisici Intensi: Sollevare pesi eccessivi o svolgere attività fisiche pesanti aumenta la pressione intra-addominale, contribuendo al cedimento della parete vaginale. Questo continuo stress meccanico può indebolire i muscoli e i tessuti connettivi del pavimento pelvico【1】.
  • Parto: Durante il parto, i muscoli e i tessuti del pavimento pelvico possono essere stirati e danneggiati. Particolarmente, parti vaginali difficili o multipli aumentano il rischio di sviluppare un cistocele【2】.
  • Obesità: L’eccesso di peso aumenta la pressione sull’addome e sul pavimento pelvico, accelerando l’indebolimento dei tessuti che sostengono la vescica【3】.
  • Menopausa: La riduzione degli estrogeni dopo la menopausa porta a un indebolimento dei tessuti connettivi del pavimento pelvico. Gli estrogeni aiutano a mantenere la forza e l’elasticità di questi tessuti, e la loro carenza può quindi contribuire allo sviluppo di un cistocele【4】.

Esempi di Vita Comune:

  • Una donna può notare una sensazione di pressione o pienezza nel bacino, specialmente dopo aver sollevato oggetti pesanti o durante l’attività fisica.
  • Potrebbe avvertire difficoltà nel vuotare completamente la vescica, con conseguente necessità di urinare frequentemente o episodi di incontinenza.

Sintomi:

  • Sensazione di pressione o pienezza nel bacino.
  • Difficoltà a urinare o necessità di urinare frequentemente.
  • Dolore durante i rapporti sessuali.

Rettocele

Un rettocele si verifica quando la parete tra il retto e la vagina si indebolisce, permettendo al retto di sporgere nella vagina. È spesso il risultato di fattori come:

  • Parto Traumatico: Il passaggio del bambino attraverso il canale del parto può stirare e danneggiare la parete tra il retto e la vagina, specialmente durante parti difficili o lacerazioni【5】.
  • Costipazione Cronica: La spinta cronica durante la defecazione può aumentare la pressione sulla parete vaginale, contribuendo alla sua debolezza e alla formazione di un rettocele【6】.
  • Sollevamento di Pesi: Come per il cistocele, sollevare pesi eccessivi può aumentare la pressione intra-addominale, influenzando negativamente i tessuti del pavimento pelvico【1】.

Esempi di Vita Comune:

  • Una donna può avvertire una protuberanza o una sensazione di pienezza nella vagina.
  • Potrebbe avere difficoltà a evacuare completamente l’intestino senza fare pressione sulla vagina.

Sintomi:

  • Sensazione di pienezza o pressione nella vagina.
  • Difficoltà nella defecazione, necessità di fare pressione manuale per evacuare.
  • Dolore durante i rapporti sessuali.

Dolore Pelvico e Stimolazione del Nervo Pudendo

Sia il cistocele che il rettocele possono causare dolore pelvico. Il dolore può essere attribuito alla compressione e all’irritazione dei nervi pelvici, incluso il nervo pudendo. Quando queste strutture sono fuori posizione, possono esercitare una pressione anomala sui nervi circostanti, causando dolore neuropatico.

Meccanismo

Il nervo pudendo innerva molte delle strutture del pavimento pelvico, inclusi i genitali esterni, il perineo e l’ano. Quando la vescica o il retto prolassano, possono comprimere o irritare il nervo pudendo, causando sintomi di nevralgia come dolore, bruciore e parestesie nella zona innervata da questo nervo【7】. Il nervo pudendo può essere coinvolto direttamente o indirettamente, influenzando aree come la clitoride, le piccole e grandi labbra, la vulva, la regione perianale e il canale anale. La compressione del nervo può derivare dalla congestione venosa o dalla pressione meccanica esercitata dalle strutture prolassate【8】.

Trattamenti

Il trattamento del cistocele e del rettocele può variare a seconda della gravità dei sintomi e dell’impatto sulla qualità della vita della paziente.

Trattamenti Conservativi

  • Fisioterapia del Pavimento Pelvico: Gli esercizi di Kegel possono aiutare a rafforzare i muscoli del pavimento pelvico e ridurre i sintomi【9】.
  • Pessario Vaginale: Un dispositivo inserito nella vagina per sostenere le strutture prolassate【10】.

Trattamenti Medici

  • Farmaci: Farmaci per alleviare il dolore e trattare i sintomi urinari o intestinali possono essere utili【11】.
  • Estrogeni Topici: Per le donne in post-menopausa, gli estrogeni topici possono aiutare a migliorare il tono muscolare e ridurre i sintomi【4】.

Trattamenti Chirurgici

  • Chirurgia di Riparazione del Prolasso: Procedure chirurgiche per riparare la parete vaginale e riposizionare le strutture prolassate【12】.

Bibliografia

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Endometriosi e Dolore Neuropatico nel Pavimento Pelvico: Una Panoramica.

Cos’è l’Endometriosi?

L’endometriosi è una patologia cronica caratterizzata dalla presenza di tessuto simile all’endometrio (il rivestimento interno dell’utero) al di fuori della cavità uterina. Questo tessuto ectopico può trovarsi su ovaie, tube di Falloppio, legamenti uterosacrali e altre aree pelviche, provocando infiammazione, dolore e formazione di tessuto cicatriziale【1】.

Eziopatogenesi

L’eziopatogenesi dell’endometriosi è complessa e non completamente compresa. Le teorie principali includono:

  • Mestruazione retrograda: Il flusso mestruale risale attraverso le tube di Falloppio nella cavità pelvica【2】.
  • Metaplasia coelomica: Le cellule del peritoneo si trasformano in cellule endometriali【3】.
  • Disseminazione linfatica o ematica: Le cellule endometriali si diffondono attraverso i vasi sanguigni o linfatici【4】.

Sintomi e Segni

I sintomi dell’endometriosi possono variare, ma comunemente includono:

  • Dolore pelvico cronico
  • Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
  • Dischezia (dolore durante la defecazione)
  • Disuria (dolore durante la minzione)
  • Infertilità【5】.

Diagnosi

Per diagnosticare l’endometriosi, è necessario rivolgersi a ginecologi specializzati. Le metodiche diagnostiche più attuali includono:

  • Ecografia transvaginale: Utile per identificare cisti ovariche endometriosiche【6】.
  • Risonanza Magnetica (MRI): Fornisce immagini dettagliate delle strutture pelviche e può individuare lesioni endometriosiche【7】.
  • Laparoscopia: Considerata il gold standard per la diagnosi, permette l’ispezione diretta e la biopsia delle lesioni【8】.

Trattamenti

Il trattamento dell’endometriosi può essere multidisciplinare e include opzioni mediche, fisioterapiche e chirurgiche:

  1. Trattamenti Medici
  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): Per alleviare il dolore【9】.
  • Terapie ormonali: Contraccettivi orali, agonisti del GnRH, progestinici per ridurre la crescita del tessuto endometriale【10】.
  • Neuromodulatori: Per trattare il dolore neuropatico associato all’endometriosi【11】.
  1. Fisioterapia del Pavimento Pelvico
  • Esercizi specifici per ridurre la tensione muscolare e migliorare la funzionalità【12】.
  1. Trattamenti Chirurgici
  • Laparoscopia: Rimozione o ablazione delle lesioni endometriosiche【13】.

Collegamento con il Dolore Neuropatico

Recenti ricerche indicano che l’endometriosi può causare dolore neuropatico attraverso l’infiammazione e l’irritazione dei nervi pelvici, incluso il nervo pudendo. Le lesioni endometriosiche possono contenere elevate densità di fibre nervose e neurotrofine, che stimolano la crescita e la sensibilizzazione neuronale, contribuendo al dolore cronico【14】. Studi recenti mostrano che le lesioni endometriosiche possono aumentare l’espressione dei recettori neurotrofici tramite la via JNK, promuovendo la neuroinfiammazione e il dolore neuropatico【15】.

Bibliografia

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Lichen Sclerosus Vulvare: Definizioni, Sintomi e Trattamenti.

Cos’è il Lichen Sclerosus?

Il lichen sclerosus (LS), noto anche come lichen sclero-atrofico (LSA), è una patologia infiammatoria cronica che colpisce prevalentemente la cute e le mucose dell’area anogenitale. Inserita nell’elenco delle Malattie Rare con il Decreto Ministeriale Nº 279/2001, il LS è più comune nelle donne, con picchi di incidenza in età prepubere e postmenopausa, ma può colpire anche gli uomini, soprattutto intorno ai 40 anni【1】.

Eziopatogenesi

Il LS è considerato una malattia infiammatoria multifattoriale con una probabile eziopatogenesi autoimmunitaria che colpisce individui geneticamente predisposti. Le teorie suggeriscono che fattori autoimmuni, genetici e ormonali possano contribuire alla sua insorgenza【2】.

Sintomi e Segni

  • Prurito intenso: Spesso notturno e persistente.
  • Dolore: Specialmente durante i rapporti sessuali (dispareunia) o la minzione (disuria).
  • Cambiamenti della pelle: Papule biancastre che si fondono in placche, sbiancamento, assottigliamento e fragilità della pelle, che può portare a ulcerazioni e cicatrici.
  • Adesioni: Fusione delle piccole labbra e restringimento dell’introito vaginale nelle donne; fimosi e fusione del solco balano-prepuziale negli uomini【3】.

Diagnosi

La diagnosi precoce è fondamentale per prevenire complicanze. Il percorso diagnostico include:

  • Esame clinico: Ispezione visiva delle lesioni cutanee.
  • Biopsia cutanea: Conferma istologica delle lesioni.
  • Centri di riferimento: In Italia, esistono centri di eccellenza per la diagnosi, trattamento e follow-up del LS【1】.

Trattamenti

Trattamenti Medici

  • Corticosteroidi topici: Clobetasolo per ridurre l’infiammazione e il prurito.
  • Inibitori della calcineurina: Tacrolimus come alternativa ai corticosteroidi.
  • Antistaminici: Per ridurre il prurito notturno【2】.

Trattamenti Chirurgici

  • Circumcisione: Nei casi maschili con coinvolgimento del prepuzio.
  • Chirurgia ricostruttiva: Per aderenze o cicatrici severe【3】.

Fisioterapia del Pavimento Pelvico

  • Esercizi e tecniche per alleviare la tensione muscolare e migliorare la funzionalità【2】.

Consigli per la Cura Domestica

  • Mantenere una buona igiene intima.
  • Usare carta igienica non profumata o colorata.
  • Utilizzare detergenti intimi oleosi e/o basi lavanti privi di profumazioni.
  • Preferire biancheria intima di cotone o seta bianca.
  • Dormire senza biancheria, qualora si provasse sollievo.
  • Lavare preferibilmente la biancheria intima con detersivi neutri, senza sbiancanti o ammorbidenti.
  • Evitare il contatto delle parti intime con bagno schiuma e shampoo.
  • Sciacquare le parti intime con acqua dopo il bagno in piscina o al mare.
  • Evitare il più possibile pantaloni stretti e collant.
  • Non trattenere urine o feci.
  • Utilizzare le creme idratanti ed emollienti prescritte dal medico con scrupolo e costanza.
  • Lavare le mani prima di applicare le creme.
  • Non depilare le parti intime con cerette o rasoi.
  • Usare assorbenti di cotone o assorbenti lavabili.
  • Tenere le parti intime ben idratate con i prodotti consigliati dal medico.
  • Al mare usare costumi in cotone o far cucire una benda di cotone nella parte interna a contatto con le parti intime.
  • Preferire la doccia al bagno nella vasca.
  • In caso di applicazione di creme cortisoniche, attenersi scrupolosamente alle dosi e ai tempi indicati dal medico. Lavarsi le mani sia prima che dopo l’applicazione di cortisone.
  • Monitorare regolarmente l’anatomia e la pelle delle parti intime, servendosi ad esempio di uno specchietto.
  • Effettuare visite di controllo regolari.
  • Adottare gli accorgimenti quotidiani anche nei periodi in cui non si hanno sintomi.
  • È importante seguire uno stile di vita sano e di un’alimentazione corretta e bilanciata【3】.

Bibliografia

  1. “Lichen sclerosus: The 2023 update,” Frontiers in Medicine, 2023.
  2. “Lichen sclerosus – Diagnosis and treatment,” Mayo Clinic, 2023.
  3. “Advances in Understanding Vulva Lichen Sclerosus,” British Journal of Dermatology, 2023.

Olfatto e Comportamento Sessuale: La Chimica dell’Attrazione

Introduzione

Nell’intesa sessuale, si dice spesso che “ci vuole una buona chimica”. Questa espressione ha una base scientifica solida, supportata da numerose ricerche che esplorano come gli odori influenzino l’attrazione e il comportamento sessuale. Gli odori giocano un ruolo cruciale nella modulazione delle emozioni e del desiderio, attivando specifici percorsi neurochimici nel cervello, capaci di generare una risposta positiva accogliente o, al contrario, un netto rifiuto, che può portare a disfunzioni sessuali【1】【2】【3】.

Connessioni tra Olfatto e Comportamento Sessuale

Attrazione e Odori Corporali

Gli odori naturali del corpo, inclusi i feromoni, sono fondamentali nell’attrazione sessuale. I feromoni sono sostanze chimiche volatili che, una volta percepite, possono stimolare una risposta sessuale positiva. Le ricerche indicano che gli odori corporei influenzano la percezione dell’attrattività e della compatibilità genetica tra partner【1】【2】.

Attivazione delle Risposte Sessuali

L’attivazione della risposta sessuale attraverso l’olfatto avviene tramite la mucosa olfattiva, situata nella parte superiore delle narici. Questa area contiene neuroni olfattivi che trasmettono segnali al bulbo olfattivo e successivamente al sistema limbico, la parte del cervello coinvolta nelle emozioni e nei comportamenti sessuali【3】【4】.

Disfunzioni Sessuali e Disturbi del Desiderio

Le alterazioni nella percezione degli odori possono portare a disfunzioni sessuali. Ad esempio, un’anosmia (perdita dell’olfatto) può ridurre il desiderio sessuale e l’eccitazione, poiché i segnali olfattivi sono cruciali per l’attivazione delle risposte sessuali. Al contrario, ipersensibilità agli odori sgradevoli può inibire l’eccitazione e causare avversione sessuale【5】【6】.

Eziologia delle Disfunzioni Sessuali Olfattive

Perdita o Alterazione dell’Olfatto

La perdita dell’olfatto può derivare da infezioni, traumi cranici o malattie neurodegenerative, influenzando negativamente il comportamento sessuale. La ridotta capacità di percepire feromoni o altri segnali olfattivi riduce l’eccitazione e il desiderio【6】【7】.

Risposta Psicosomatica

La percezione degli odori è strettamente legata alla risposta psicosomatica. Odori piacevoli possono aumentare i livelli di dopamina e serotonina, migliorando l’umore e l’eccitazione. Odori sgradevoli, invece, attivano l’amigdala, una regione cerebrale coinvolta nella risposta alla paura e allo stress, inibendo l’eccitazione sessuale【7】【8】.

Attivazione della Mucosa Olfattiva

La mucosa olfattiva, situata nella parte superiore delle narici, contiene recettori che captano le molecole odorose. Questi recettori inviano segnali al bulbo olfattivo, che a sua volta li trasmette al sistema limbico, influenzando l’eccitazione e il comportamento sessuale. Un’alterazione in questo processo può portare a disfunzioni del desiderio sessuale【3】【4】.

Funzioni del Bulbo Olfattivo

Il bulbo olfattivo è una struttura del cervello anteriore situata sopra la cavità nasale. È composto da diversi tipi di recettori olfattivi, che sono proteine situate sulla superficie delle cellule olfattive sensoriali. Questi recettori sono responsabili del riconoscimento delle molecole odorose e della trasmissione dei segnali elettrici.

  • Tipi di Recettori: Gli esseri umani possiedono circa 400 tipi di recettori olfattivi, ognuno dei quali può riconoscere diverse molecole odorose【1】【2】.
  • Biochimica della Risposta: Quando una molecola odorosa si lega a un recettore olfattivo, inizia una cascata di eventi biochimici che include l’attivazione delle proteine G, la produzione di cAMP (adenosina monofosfato ciclico) e l’apertura dei canali ionici, che porta alla depolarizzazione della cellula e alla generazione di un impulso nervoso【1】【2】.

Sistema Limbico

Il sistema limbico è un complesso di strutture cerebrali che include l’ipotalamo, l’amigdala, l’ippocampo e il giro cingolato. È coinvolto nella regolazione delle emozioni, della memoria e dei comportamenti sessuali.

  • Ipotalamo: Regola le funzioni autonome e il rilascio di ormoni.
  • Amigdala: Coinvolta nella percezione delle emozioni e delle risposte comportamentali.
  • Ippocampo: Gioca un ruolo nella formazione dei ricordi.
  • Giro Cingolato: Coinvolto nell’elaborazione emotiva e nella regolazione del comportamento.

Connessione tra Olfatto e Sistema Limbico

Il bulbo olfattivo invia segnali direttamente al sistema limbico senza passare per il talamo, il che rende l’olfatto unico tra i sensi. Questa connessione diretta è ciò che permette agli odori di evocare risposte emotive e comportamentali intense.

  • Attivazione Biochimica: L’olfatto può stimolare il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, che influenzano l’umore e il desiderio sessuale【3】【4】.
  • Evitamento o Attivazione del Desiderio Sessuale: Odori piacevoli possono aumentare i livelli di dopamina, migliorando l’umore e l’eccitazione. Odori sgradevoli, invece, attivano l’amigdala e possono innescare risposte di evitamento e riduzione del desiderio sessuale. In particolare, la risposta di evitamento è mediata principalmente dalla norepinefrina (noradrenalina), un neurotrasmettitore che prepara il corpo alla risposta di “lotta o fuga”, riducendo così l’eccitazione sessuale e aumentando lo stato di allerta【5】【6】.

Bibliografia

    1. Malnic B, Hirono J, Sato T, Buck LB. Combinatorial receptor codes for odors. Cell. 1999;96(5):713-723.
    2. Shepherd GM. The human sense of smell: are we better than we think? PLoS Biol. 2004;2(5):146.
    3. Herz RS. The role of odor-evoked memory in psychological and physiological health. Brain Sci. 2016;6(3):22.
    4. Doty RL, Cameron EL. Sex differences and reproductive hormone influences on human odor perception. Physiol Behav. 2009;97(2):213-228.
    5. Zald DH, Pardo JV. Emotion, olfaction, and the human amygdala: amygdala activation during aversive olfactory stimulation. Proc Natl Acad Sci U S A. 1997;94(8):4119-4124.
    6. Lundström JN, Boyle JA, Zatorre RJ, Jones-Gotman M. The neuronal substrates of human olfactory based kin recognition. Hum Brain Mapp. 2009;30(8):2571-2580.
    7. Stevenson RJ. An initial evaluation of the functions of human olfaction. Chem Senses. 2010;35(1):3-20.
  • Sobel N, Khan RM, Saltman A, Sullivan EV, Gabrieli JD. The world smells different to each nostril. Nature. 1999;402(6757):35.

Vulvodinia, Vestibolite Vulvare.

 

Oltre ai consigli già menzionati, ecco alcuni ulteriori suggerimenti che possono aiutare le pazienti a gestire la vulvodinia nella vita quotidiana:

Alimentazione Adeguata:

  • Seguire una dieta anti-infiammatoria ricca di frutta, verdura, pesce grasso e oli salutari come l’olio d’oliva.
  • Evitare alimenti irritanti come caffeina, alcol, cibi piccanti e dolcificanti artificiali【1】.

Tecniche di Rilassamento:

  • Praticare yoga, meditazione o esercizi di respirazione per ridurre lo stress e rilassare i muscoli pelvici【2】【3】.
  • Considerare la terapia fisica del pavimento pelvico con uno specialista【4】.

Igiene Personale:

  • Asciugare delicatamente l’area vulvare tamponando con un asciugamano morbido piuttosto che strofinare【5】.
  • Evitare l’uso di saponi aggressivi o profumati e preferire prodotti ipoallergenici【6】.

Abbigliamento:

  • Evitare indumenti sintetici e attillati che possono aumentare l’irritazione【7】.
  • Preferire tessuti naturali come cotone e lino【8】.

Attività Fisica:

  • Optare per attività fisiche a basso impatto come camminare, nuotare o praticare pilates【9】.
  • Evitare sport che comportano un eccessivo sfregamento sulla regione vulvare, come ciclismo e spinning【10】.

Interventi Medici e Terapie:

  • Consultare un dermatologo o un ginecologo specializzato per valutare eventuali trattamenti topici o sistemici【11】.
  • Considerare la terapia del biofeedback per migliorare il controllo muscolare del pavimento pelvico【12】.

Cura dei Sintomi:

  • Usare creme anestetiche locali sotto prescrizione medica per alleviare il dolore【13】.
  • Valutare l’uso di integratori alimentari come la vitamina E o i probiotici per migliorare la salute vaginale【14】.

Supporto Psicologico:

  • Cercare supporto psicologico o terapeutico per affrontare l’impatto emotivo e psicologico della vulvodinia【15】.
  • Partecipare a gruppi di supporto per condividere esperienze e strategie di gestione con altre persone affette da vulvodinia【16】.

Rapporti Sessuali:

  • Utilizzare abbondante lubrificante a base di acqua durante i rapporti sessuali per ridurre l’attrito【17】.
  • Comunicare apertamente con il partner per trovare posizioni sessuali che siano più confortevoli e meno dolorose【18】.

Cura Generale:

  • Mantenere un diario dei sintomi per identificare possibili fattori scatenanti e monitorare i progressi del trattamento【19】.
  • Evitare prodotti come spray deodoranti o polveri nella zona vulvare【20】.

Implementare questi consigli nella routine quotidiana può aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita delle pazienti affette da vulvodinia. È sempre importante consultare un professionista sanitario per un piano di gestione personalizzato.

Bibliografia

  1. Goldstein AT, Pukall CF, Brown C, et al. Vulvodynia: Assessment and Treatment. J Sex Med. 2016;13(4):572-590.
  2. Bornstein J, Goldstein AT, Stockdale CK, Bergeron S, Pukall C, Zolnoun D, et al. 2015 ISSVD, ISSWSH and IPPS consensus terminology and classification of persistent vulvar pain and vulvodynia. J Sex Med. 2016;13(4):607-612.
  3. Foster DC. Vulvar disease: General principles of therapy. In: Baggish MS, Karram MM, editors. Atlas of Pelvic Anatomy and Gynecologic Surgery. 3rd ed. Philadelphia: Elsevier Saunders; 2011. p. 149-158.
  4. Sadownik LA. Etiology, diagnosis, and clinical management of vulvodynia. Int J Womens Health. 2014;6:437-449.
  5. Bohm-Starke N, Rylander E, Hilliges M, Falconer C, Von Krogh G. Clinical findings and morphology in vulvar vestibulitis. Acta Obstet Gynecol Scand. 1999;78(4):329-334.
  6. Lamvu G. Vulvodynia: An evidence-based literature review and proposed treatment algorithm. Int J Gynecol Obstet. 2011;113(3):174-182.
  7. Nunns D, Murphy R. Vulvodynia. Br J Obstet Gynaecol. 2000;107(4):437-444.
  8. Pukall CF, Goldstein AT, Bergeron S, Foster D, Stein A, Kellogg-Spadt S, et al. Vulvodynia: Definition, prevalence, impact, and pathophysiological factors. J Sex Med. 2007;4(4):582-590.
  9. Bornstein J, Maman M. Topical cromolyn cream: A treatment for the pain of vulvar vestibulitis. J Reprod Med. 1994;39(11):888-890.
  10. Haefner HK, Collins ME, Davis GD, Edwards L, Foster DC, Hartmann EH, et al. The vulvodynia guideline. J Low Genit Tract Dis. 2005;9(1):40-51.
  11. Reed BD, Harlow SD, Sen A, Edwards RM, Arato N, Haefner HK. Relationship between vulvodynia and chronic comorbid pain conditions. Obstet Gynecol. 2012;120(1):145-151.
  12. Sadownik LA. The treatment of vulvodynia: a narrative review. Anesthesia: Essays and Researches. 2017;11(1):67-74.
  13. Harlow BL, Kunitz CG, Nguyen RH, et al. Prevalence of symptoms consistent with a diagnosis of vulvodynia: population-based estimates from two geographical regions. Am J Obstet Gynecol. 2014;210(1):40.e1-8.
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  17. Garg S, Anderson RA, Chany CJ 2nd, et al. Properties of a new acid-buffering bioadhesive vaginal formulation (ACIDFORM). Contraception. 2001;64(1):67-75.
  18. World Health Organization. Use and procurement of additional lubricants for male and female condoms: WHO/UNFPA/FHI360 advisory note. 2012.
  19. Handa VL, Mathews C, Vittinghoff E, et al. Sexual function before and after hysterectomy: a population-based prospective cohort study. Menopause. 2008;15(2):422-9.
  20. Hurskainen R, Teperi J, Rissanen P, et al. Quality of life and sexual functioning after total hysterectomy compared with vaginal hysterectomy or laparoscopically assisted vaginal hysterectomy: a randomized trial. Am J Obstet Gynecol. 2004;191(2):247-55.

Comprendere la Vulvodinia

 

Cos’è la Vulvodinia?

La vulvodinia è una condizione cronica caratterizzata da dolore nella regione vulvare. Il disagio può manifestarsi come bruciore, dolore, irritazione, o sensazione di gonfiore e arrossamento. Questo dolore può essere costante o intermittente, localizzato o diffuso, variando da lieve fastidio a dolore intenso e debilitante.

Storia della Vulvodinia

Il termine “vulvodinia” è stato coniato per la prima volta da Friedrich Hofmann nel 1889 . Hofmann fu il primo a descrivere dettagliatamente i sintomi e a riconoscere la condizione come un problema medico significativo. Tuttavia, è solo negli ultimi decenni che la vulvodinia ha iniziato a ricevere maggiore attenzione nella comunità medica, grazie a studi più approfonditi e a un crescente riconoscimento del dolore vulvare come una condizione cronica che necessita di trattamenti specifici.

Cause e Diagnosi

Prima di diagnosticare la vulvodinia, è essenziale escludere altre condizioni ginecologiche che potrebbero causare dolore vulvare, come infezioni, dermatiti, lichen sclerosus, traumi e raramente lesioni pre-cancerose o tumorali. Queste condizioni possono essere identificate attraverso una visita ginecologica, vulvoscopia o esami come tampone vaginale e biopsia vulvare. Se questi esami non rivelano anomalie e il dolore persiste per almeno 3 mesi, si può considerare la diagnosi di vulvodinia.

Tipi di Vulvodinia

Esistono due forme principali di vulvodinia, che possono talvolta coesistere:

  1. Vulvodinia Localizzata
  • Vestibolodinia (Vestibulite): Il dolore è concentrato all’ingresso della vagina (vestibolo vaginale), dove predomina la dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali). Un test diagnostico importante è il dolore percepito al tocco di punti specifici con un bastoncino cotonato (Swab Test).
  1. Vulvodinia Generalizzata
  • Il dolore è più diffuso nella vulva e può estendersi all’ano o alle gambe. La pressione sulla vulva tende ad accentuare il dolore. Molte donne affette da vulvodinia generalizzata lamentano anche disturbi vescicali (sindrome della vescica dolorosa), dolori muscolari, specialmente agli arti inferiori (sindrome fibromialgica), o lombalgia.

Trattamenti e Approcci

Il trattamento della vulvodinia richiede un approccio multidisciplinare, che può includere terapie mediche, fisioterapia, e supporto psicologico. È importante che il trattamento sia personalizzato in base alle specifiche esigenze di ogni paziente per migliorare la qualità della vita e alleviare il dolore.

Terapie Mediche

  • Farmaci: Gli antidepressivi triciclici, gli anticonvulsivanti e gli anestetici topici possono essere utilizzati per alleviare il dolore neuropatico. Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere utilizzati per ridurre l’infiammazione.

Fisioterapia

  • Riabilitazione del Pavimento Pelvico: Un fisioterapista specializzato può aiutare a rilassare e rafforzare i muscoli del pavimento pelvico, riducendo il dolore e migliorando la funzionalità.

Supporto Psicologico

  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Questo approccio può aiutare le pazienti a gestire l’ansia e lo stress associati alla vulvodinia, migliorando il coping e la qualità della vita.

Note per i Pazienti

Se avverti sintomi di vulvodinia, consulta un ginecologo per una valutazione completa. Evitare autodiagnosi e terapie fai-da-te è fondamentale per gestire correttamente questa condizione.

Bibliografia

  1. American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG).
  2. Mayo Clinic.
  3. Hofmann F. Über Neuralgie der Vulva. Wien Med Wochenschr. 1889.
  4. Bornstein J, Goldstein AT, Stockdale CK, Bergeron S, Pukall C, Zolnoun D, Coady D. 2015 ISSVD, ISSWSH and IPPS Consensus Terminology and Classification of Persistent Vulvar Pain and Vulvodynia. J Low Genit Tract Dis. 2016;20(2):126-30.
  5. Harlow BL, et al. Prevalence of symptoms consistent with a diagnosis of vulvodynia: population-based estimates from two geographical regions. Am J Obstet Gynecol. 2014;210(1):40.e1-8.
  6. Pukall CF, Goldstein AT, Bergeron S, Foster D, Stein A, Kellogg-Spadt S. Vulvodynia: Definition, Prevalence, Impact, and Pathophysiological Factors. J Sex Med. 2016;13(4):582-90.
  7. Nunns D, Mandal D. Psychological and psychosexual aspects of vulvodynia. BJOG. 1997;104(9):1015-7.
  8. Bergeron S, Khalifé S, Dupuis MJ, McDuff P. A randomized clinical trial comparing group cognitive-behavioral therapy and a topical steroid for women with dyspareunia. J Consult Clin Psychol. 2016;74(2):119-28.
  9. Masheb RM, Nash JM, Brondolo E, Kerns RD. Vulvodynia: An introduction and critical review of a chronic pain condition. Pain. 2000;86(1-2):3-10.
  10. Reed BD, Harlow SD, Sen A, Edwards RM, Arato N, Haefner HK. Prevalence and demographic characteristics of vulvodynia in a population-based sample. Am J Obstet Gynecol. 2012;206(2):170.e1-9.
  11. Sadownik LA. Clinical profile of vulvodynia patients: A prospective study of 300 patients. J Reprod Med. 2000;45(8):679-84.
  12. Bohm-Starke N, Hilliges M, Falconer C, Rylander E. Neurochemical characterization of the vestibular nerves in women with vulvar vestibulitis syndrome. Gynecol Obstet Invest. 1999;48(4):270-5.
  13. Vulval Pain Society.
  14. Mayo Clinic.
  15. American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG).

L’Importanza dei Lubrificanti per il Benessere Sessuale

Molte pazienti spesso trascurano l’importanza dei lubrificanti, non considerando quanto possano essere fondamentali, soprattutto per chi soffre di patologie specifiche come il lichen sclerosus o la sindrome di Sjögren.

Comprendere le Patologie

  • Lichen Sclerosus: È una condizione cronica che colpisce la pelle, causando prurito, dolore e cambiamenti nella struttura della pelle. Può portare a cicatrici e restringimento della vulva, rendendo i rapporti sessuali dolorosi【1】.
  • Sindrome di Sjögren: È una malattia autoimmune che attacca le ghiandole che producono umidità, causando secchezza in varie parti del corpo, compresi gli occhi, la bocca e, naturalmente, la vagina. La secchezza vaginale può rendere i rapporti sessuali estremamente scomodi o dolorosi【2】.

Benefici dei Lubrificanti

I lubrificanti sono essenziali per alleviare la secchezza vaginale e migliorare il comfort durante i rapporti sessuali. Sono particolarmente utili per:

  • Vulvodinia e Vaginismo: Queste condizioni dolorose possono essere alleviate dall’uso di lubrificanti, che facilitano la penetrazione e riducono il rischio di danni da sfregamento【3】.
  • Cambiamenti Ormonali: Durante l’allattamento o la menopausa, la produzione naturale di lubrificante diminuisce. I lubrificanti possono compensare questa carenza【4】.

Tipologie di Lubrificanti

I lubrificanti si suddividono principalmente in:

  • A base di acqua: Adatti a tutti i tipi di preservativi, sono ideali per l’uso quotidiano【5】.
  • A base di silicone: Offrono una lubrificazione più duratura, perfetti per attività acquatiche【6】.
  • Ibridi: Combinano le caratteristiche dei lubrificanti a base di acqua e silicone per un’esperienza ottimale【7】.

Importanza del pH e dell’Osmolarità

Il pH della mucosa vaginale e rettale varia rispettivamente tra 3,5-4,5 e 5,5-7. È essenziale scegliere lubrificanti che rispettino questi parametri per evitare alterazioni del microbiota vaginale o rettale. L’OMS regolamenta questi aspetti per garantire la sicurezza e l’efficacia dei lubrificanti【8】.

Principi Attivi Specifici

  • Parto: Durante il parto, lubrificanti con proprietà lenitive ed elasticizzanti sono particolarmente utili per ridurre l’attrito e facilitare l’espulsione del neonato. Questi lubrificanti aiutano a prevenire le lacerazioni vaginali e aumentano il comfort della madre【9】.
  • Sindrome Genito-Urinaria: L’acido ialuronico è indicato per migliorare l’idratazione della mucosa vaginale. Questo composto, noto per le sue proprietà idratanti e cicatrizzanti, aiuta a mantenere la mucosa elastica e sana, riducendo i sintomi di secchezza e irritazione【10】.
  • Ipertono del Pavimento Pelvico: Lubrificanti contenenti cannabinoidi possono alleviare il dolore associato all’ipertono del pavimento pelvico. I cannabinoidi hanno proprietà antinfiammatorie e analgesiche, che possono aiutare a rilassare i muscoli e ridurre il disagio durante i rapporti sessuali【11】.

Benefici Relazionali

Utilizzare lubrificanti in coppia può migliorare la comunicazione sessuale, aiutando i partner a scoprire reciprocamente i propri corpi, gusti e fantasie. Questo non solo facilita i rapporti, ma rafforza anche il legame emotivo【12】.

Conclusione

I lubrificanti sono strumenti preziosi per migliorare il benessere sessuale, soprattutto in presenza di condizioni mediche che causano secchezza o dolore. Scegliere il lubrificante giusto, tenendo conto di pH e osmolarità, è cruciale per mantenere la salute della mucosa vaginale e rettale. Promuovere l’uso dei lubrificanti può migliorare significativamente la qualità della vita sessuale e relazionale.

Riferimenti

  1. Goldstein AT, Pukall CF, Brown C, et al. Vulvodynia: Assessment and Treatment. J Sex Med. 2016;13(4):572-590.
  2. Fox RI. Sjögren’s syndrome. Lancet. 2005 Jul 23-29;366(9482):321-31.
  3. Harlow BL, Kunitz CG, Nguyen RH, et al. Prevalence of symptoms consistent with a diagnosis of vulvodynia: population-based estimates from two geographical regions. Am J Obstet Gynecol. 2014;210(1):40.e1-8.
  4. Stika CS. Atrophic vaginitis. Dermatol Ther. 2010;23(5):514-22.
  5. Cermelj M, Coors A, Reitinger S, et al. Influence of water-based personal lubricants on physical and histological properties of human vaginal and ectocervical tissues. J Biomed Mater Res B Appl Biomater. 2020;108(4):1505-1515.
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  7. Garg S, Anderson RA, Chany CJ 2nd, et al. Properties of a new acid-buffering bioadhesive vaginal formulation (ACIDFORM). Contraception. 2001;64(1):67-75.
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  9. Handa VL, Mathews C, Vittinghoff E, et al. Sexual function before and after hysterectomy: a population-based prospective cohort study. Menopause. 2008;15(2):422-9.
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  11. Russo EB. Cannabinoids in the management of difficult to treat pain. Ther Clin Risk Manag. 2008 Feb;4(1):245-59.
  12. Hess R, Conroy MB, Ness R, et al. Association of lifestyle and relationship factors with sexual functioning of women during midlife. J Sex Med. 2007;4(4):915-30.

Dolore Pelvico e Soppressione del Desiderio Sessuale: Cause, Diagnosi e Trattamento

 

Introduzione

Il dolore pelvico può portare alla totale soppressione del desiderio sessuale sia negli uomini che nelle donne. Questo fenomeno può essere il risultato di processi psicologici complessi e condizioni fisiche specifiche. Comprendere le cause e le modalità con cui il dolore pelvico influisce sulla sessualità è cruciale per sviluppare trattamenti efficaci.

Cause e Processi Psicologici

Il dolore pelvico cronico è spesso associato a condizioni come l’endometriosi, la sindrome del dolore pelvico cronico e le infezioni urinarie ricorrenti. Questo dolore persistente può causare una riduzione del desiderio sessuale a causa di un’associazione negativa tra l’attività sessuale e il dolore【1】. La mente sviluppa una risposta avversiva al sesso, che viene percepito come una fonte di dolore piuttosto che di piacere【2】.

Modalità Psicologiche

Ansia Anticipatoria

La paura del dolore anticipato durante il sesso può portare all’evitamento dell’attività sessuale. Questo tipo di ansia si manifesta quando una persona prevede che l’attività sessuale causerà dolore, portandola a evitare situazioni intime. Ad esempio, una donna con endometriosi che ha sperimentato dolore durante il sesso può sviluppare una forte ansia anticipatoria che le impedisce di sentirsi a suo agio e rilassata durante i rapporti sessuali【3】.

Dispareunia Psicosomatica

Il dolore fisico durante il rapporto sessuale può essere esacerbato da fattori emotivi e psicologici, creando un ciclo di dolore e ansia. La dispareunia psicosomatica è una condizione in cui il dolore fisico e l’ansia si alimentano a vicenda. Ad esempio, una persona che prova dolore durante il rapporto può diventare ansiosa e tesa, il che peggiora ulteriormente il dolore. Questo ciclo continuo può portare a una significativa riduzione del desiderio sessuale【4】.

Associative Learning

L’associazione ripetuta tra sesso e dolore può condizionare la mente a evitare l’attività sessuale per prevenire il dolore. Questo processo è noto come apprendimento associativo. Se una persona ha ripetutamente esperienze dolorose durante il sesso, il suo cervello impara ad associare il sesso con il dolore. Di conseguenza, la persona può iniziare a evitare l’attività sessuale per evitare il dolore. Ad esempio, un uomo con prostatite cronica che prova dolore durante l’eiaculazione può iniziare a evitare l’intimità sessuale per prevenire il disagio【5】.

Riconoscere il Problema

Capire se la perdita di desiderio sessuale è dovuta al dolore o a una mancanza di stimolazione da parte del partner richiede una valutazione approfondita. Segnali che indicano che il dolore è il fattore principale includono:

  • Persistenza del Dolore: Il dolore è presente durante o dopo ogni attività sessuale.
  • Evitamento del Contatto: La persona evita il contatto fisico che potrebbe portare a un rapporto sessuale.
  • Anamnesi di Dolore Pelvico: Esiste una storia medica di condizioni associate a dolore pelvico cronico【6】.

Studi Scientifici di Riferimento

Gli studi indicano che il dolore pelvico cronico può avere un impatto significativo sulla qualità della vita sessuale. Un’indagine condotta da Reissing et al. ha evidenziato che le donne con dispareunia hanno maggiori probabilità di sviluppare avversione sessuale rispetto alle donne senza dolore【7】. Inoltre, studi come quello di Arnold et al. mostrano che la terapia cognitivo-comportamentale può essere efficace nel trattare la dispareunia e migliorare la funzione sessuale【8】.

Diagnosi e Trattamento

  • Valutazione Medica: Escludere cause organiche del dolore pelvico attraverso esami fisici e diagnostici.
  • Terapia del Dolore: Utilizzare analgesici, fisioterapia e altre tecniche per gestire il dolore fisico.
  • Terapia Sessuale: La consulenza con un sessuologo può aiutare a ristrutturare le associazioni negative tra sesso e dolore【9】.
  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Questa terapia può aiutare a gestire l’ansia anticipatoria e a modificare i pensieri negativi associati al sesso【10】.

Conclusione

Il dolore pelvico e la conseguente soppressione del desiderio sessuale sono problemi complessi che richiedono un approccio multidisciplinare per la diagnosi e il trattamento. Comprendere i processi psicologici alla base di questi problemi e riconoscere i segnali può aiutare a sviluppare strategie di trattamento efficaci e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Riferimenti

  1. Reissing ED, Binik YM, Khalifé S, Cohen D, Amsel R. Etiological correlates of vaginismus: sexual and physical abuse, sexual knowledge, sexual self-schema, and relationship adjustment. J Sex Marital Ther. 2003;29(1):47-59.
  2. Payne KA, Binik YM, Amsel R. The role of psychological factors in chronic pelvic pain: A review. Pain. 2002;96(1-2):1-8.
  3. Kwan KS, Roberts LJ, Swalm DM. Sexual dysfunction and chronic pain: The role of psychological factors and impact on quality of life. Int J Urol. 2005;12(5):431-435.
  4. Lampe A, Doering S, Rumpold G, Solder E, Krismer M, Kantner-Rumplmair W, et al. Chronic pain syndromes and their relation to childhood abuse and stress-related psychological factors. J Psychosom Res. 2003;54(4):361-367.
  5. Arnold LD, Bachmann GA, Rosen R, Rhoads GG. Assessment of vulvodynia symptoms in a sample of U.S. women: a follow-up national incidence survey. J Womens Health (Larchmt). 2007;16(5):634-641.
  6. Pukall CF, Goldstein AT, Bergeron S, Foster D, Stein A, Kellogg-Spadt S, et al. Vulvodynia: Definition, prevalence, impact, and pathophysiological factors. J Sex Med. 2007;4(4):582-590.
  7. Arnold LD, Bachmann GA, Kelly S, Rosen R, Rhoads GG. Vulvodynia: Characteristics and associations with comorbidities and quality of life. Obstet Gynecol. 2006;107(3):617-624.
  8. Reissing ED, Binik YM, Khalifé S, Cohen D, Amsel R. Vaginal spasm, pain, and behavior: An empirical investigation of the diagnosis of vaginismus. Arch Sex Behav. 2004;33(1):5-17.
  9. Basson R. Women’s sexual dysfunction: Revised and expanded definitions. CMAJ. 2005;172(10):1327-1333.
  10. Goldstein AT, Pukall CF, Brown C, Bergeron S, Stein A, Kellogg-Spadt S. Vulvodynia: Assessment and treatment. J Sex Med. 2016;13(4):572-590.